Giorgio Ugolini acquista questa villa nel 1912-13 per farne una casa-museo. L'ampliamento e la progressiva trasformazione dell'edificio si verificarono sotto l'egida del proprietario con la consulenza di Ferruccio Mengaroni. Il risultato è una villa che è  espressione dell'eclettismo architettonico e decorativo d'inizio secolo che ha portato nel 1935 alla costruzione, nell'area del giardino verso via Rosselli, della palazzina destinata a Museo delle Ceramiche oggi distrutta e sostituita da un condominio. Adiacente al museo era lo studio di Giorgio Ugolini. Il pianterreno era sede di restauratori e ceramisti. Il giardino e la loggia accoglievano reperti antichi.

La villa mostra il  trionfo del revival d'inizio secolo, molto evidente soprattutto  nelle finestre e nella veranda del primo piano, con vetri piombati, nei pavimenti in marmo o a piastrelle in rosso pompeiano, nei soffitti lignei a cassettoni, nelle porte decorate a candelieri floreali, nei marmi dei camini, nel damasco rosso delle pareti del primo piano, in un pannello in maiolica di Ferruccio Mengaroni, con due leoni affrontati, e di un pavimento alla veneziana (ancora visibile nel salone). Nel 1978-79 la pubblica amministrazione ha eseguito dei   lavori di restauro che  hanno modificato gli interni, i muri e i pavimenti. Da quel momento, la villa ha iniziato ad essere utilizzata per scopi molto diversi, sempre lontani dalle intenzioni del suo donatore: sono state organizzate mostre, concerti; oggi purtroppo è poco utilizzata.

Oggi rappresenta una testimonianza molto importante del gusto ecclettico che anche a Pesaro si è affermato nei primi anni del ‘900.